ROMA, 19 OTTOBRE 2020 – Lo slittamento della discussione alla Camera del ddl Zan contro l’omobitransfobia e la misoginia, dopo la richiesta dei capigruppo dell’opposizione per la positività al Covid-19 e le quarantene di alcuni deputati, è inaccettabile. Un rinvio, l’ennesimo, annunciato questa volta dal presidente della Camera, perché non si è riusciti a trovare un accordo sul voto a distanza.
Il nuovo slittamento, che segue quello deciso prima dell’estate e il successivo rinvio della discussione del disegno di legge a dopo il referendum sul taglio dei parlamentari e le elezioni regionali dello scorso 20 settembre, appare come uno stallo selettivo. Un tentativo da parte delle destre di bloccare la legge e un brutto segnale da parte delle istituzioni che continuano a rinviare all’infinito il problema che riguarda i crimini che quotidianamente continuano a perpetuarsi verso le persone LGBTQIAP.
Una decisione presa mentre in decine di città in tutta Italia migliaia di persone sono scese di nuovo in piazza per sostenere e chiedere l’approvazione al più presto del ddl contro l’omobitransfobia e la misoginia. Una legge necessaria e non più rinviabile per rispondere all’emergenza collegata alla crescente pervasività e violenza dei discorsi e dei fenomeni d’odio, che evidenzia come la difesa dei diritti delle persone non può più attendere. Si tratta di una priorità, come sottolineato drammaticamente dalle cronache, perché l’odio uccide.
Abbiamo l’occasione di approvare una legge, di cui in Italia si discute da oltre 25 anni, con misure di prevenzione e contrasto alle violenze e alle discriminazioni e di scrivere una pagina importante per i diritti, anche se con grande ritardo.
Non dobbiamo sprecarla, per questo siamo preoccupati da questo ennesimo rinvio e torniamo a sollecitare con forza il Parlamento a votare al più presto il disegno di legge Zan contro l’omobitransfobia e la misoginia.