Mentre ieri si teneva in Piazza Montecitorio la Fiaccolata per la Cittadinanza, promossa dall’Italia sono anch’io e dal movimento Italiani senza cittadinanza, la conferenza dei capigruppo del Senato decideva di calendarizzare la discussione del provvedimento sullo ius soli dopo la definitiva approvazione manovra finanziaria. Di fatto il suo affossamento, perché la legge di bilancio arriverà a palazzo Madama non prima di venerdì sera, se non addirittura sabato, con alle porte la chiusura per le festività natalizie. Il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, ha spiegato che lo ius soli deve essere discusso dopo la manovra perché altrimenti si rischia l’esercizio provvisorio. Secondo lui, infatti, per esser approvato, lo ius soli ha bisogno del voto di fiducia, ma il risultato non è certo e quindi si rischierebbe la sfiducia al governo prima del voto sul bilancio.
Motivazioni da respingere al mittente, visto che la legge di riforma della cittadinanza giace al Senato da due anni. Quel che è mancato non è dunque il tempo per approvarla, ma la volontà politica di una maggioranza che, a parole, la indicava come una priorità, ma che in realtà ha anteposto i propri timori di perdere consenso elettorale alla introduzione di un diritto che interessa centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi, italiani di fatto ma non per legge.
La battaglia continuerà, come hanno assicurato i partecipanti alla fiaccolata, insieme alla rabbia per quello che considerano un vero e proprio tradimento da parte di un governo che si era speso in promesse puntualmente non mantenute.