L’approvazione del Patto Europeo Immigrazione e Asilo da parte del Parlamento Europeo è una pagina nera per l’Europa.
Il voto favorevole, con l’esclusione positiva dellɜ italianɜ, di gran parte dei socialisti e democratici europei, insieme al partito della Meloni, spiega quanto il Vecchio Continente sia in stato confusionale.
Il Patto è un compromesso al ribasso da brandire verso le prossime elezioni europee, una resa alla destra xenofoba e razzista, un regalo agli Orban, ai Salvini e alle Le Pen, che infatti hanno subito alzato la posta chiedendo ancora maggiori chiusure e più libertà, per gli Stati, di comprimere i diritti di chi arriva in Europa. In troppi ancora evidentemente non hanno compreso che sostenendo politiche di chiusura e xenofobe non si ostacolano i successi elettorali delle destre autoritarie, ma si aumenta lo spazio e la visibilità delle loro motivazioni, incrementando i loro successi. Sono decenni che va così.
Il Patto avrà implicazioni devastanti sul diritto d’asilo e favorirà detenzioni arbitrarie e violazioni di diritti fondamentali. Non si fa alcun passo avanti verso la creazione di un sistema d’asilo europeo, non si mette in discussione il criterio del “paese di primo ingresso” che tanti danni continua a fare, mentre si accetta la detenzione persino di nuclei familiari con bambinɜ, si istituzionalizzano procedure accelerate che non possono garantire i diritti delle persone, si aumentano i rischi di rimpatri forzati illegittimi.
Spiace leggere la reazione entusiasta dell’Alto Commissario per i rifugiati Filippo Grandi che in questi anni ha spesso denunciato le scelte sbagliate dell’UE e che adesso sostiene una riforma che è un attacco senza precedenti al diritto d’asilo.
Un riforma che è un disastro ma che ci obbliga a reagire per creare un’alternativa, un’Europa che consenta alle persone di muoversi legalmente e in sicurezza e che consideri i diritti umani non negoziabili.
Insieme ai vertici dei governi, delle grandi famiglie politiche dell’Europa oramai senza una bussola e della Commissione a festeggiare al momento sono coloro che lucrano sugli attraversamenti illegali delle frontiere, che con questa riforma sono sempre più l’unica strada per decine di migliaia di persone per scappare da violenze e guerre.
È necessaria un’Europa dei diritti: la rete della società civile che ha raccolto oltre 161 organizzazioni, che ieri hanno manifestato di fronte al Parlamento Europeo, ha dimostrato anche che è possibile e andrà avanti nel monitoraggio, nella denuncia degli effetti di queste decisioni e con le proprie azioni solidali.