Ucciso un politico simbolo dell’impegno per i diritti, il volto della Polonia aperta sul Baltico e al mondo
Abbiamo appreso con dolore, ieri, della morte di Pawel Adamowicz, 53 anni, sindaco di Danzica.
Oppositore del governo polacco, difensore dei diritti umani e civili, delle donne, delle minoranze, Adamowicz è stato accoltellato la sera del 13 gennaio durante un concerto di beneficenza, di fronte a migliaia di persone, da un 27enne da poco uscito di prigione, che aveva detto di volersi vendicare per essere stato ingiustamente incarcerato quando al governo c’era Piattaforma civica, il partito di Adamowicz.
Un politico simbolo dell’impegno per i diritti, il volto della Polonia aperta sul Baltico e al mondo, di quella Polonia che ha combattuto per la libertà e che a quella libertà non rinuncia.
La stessa Polonia che appena pochi giorni fa si metteva silenziosamente in fila per donare il sangue per il suo sindaco, e che ieri sera ha voluto rendergli omaggio vegliando nelle piazze da Poznan a Varsavia.
Figura di riferimento dell’opposizione liberale, capofila dei sindaci progressisti, ucciso dal clima di crescente tensione sociale e violenza verbale presente nel dibattito politico del paese.
Un dolore che facciamo nostro. Per questo rivolgiamo un appello a tutti i sindaci d’Italia di listare a lutto la bandiera del proprio comune in segno di rispetto e vicinanza per Pawel Adamowicz.
«Danzica è un porto, sarà sempre un rifugio per chi arriva dal mare». Con questa sua massima, continueremo a combattere contro la cultura dell’odio e della violenza che governi e forze reazionarie diffondono a piene mani in Europa e in favore di una cultura dell’accoglienza e del rispetto.