Se è vero che le sorprese sono nell’aria, non esiste niente di meglio del costruire e rinnovare un punto d’incontro. Poter finalmente dare un luogo fisico alle opportunità. Nel corso delle ultime due settimane il Roma Creative Contest, kermesse capitolina dedicata al meglio dei cortometraggi italiani ed esteri, si è reso per il terzo anno consecutivo palcoscenico di un’iniziativa senza precedenti, un appuntamento imperdibile per le giovani promesse dell’audiovisivo e per qualsivoglia creativo in erba: il Pitch in the Day, lo speed-date cinematografico per antonomasia che coinvolge registi e sceneggiatori emergenti insieme alle maggiori realtà produttive nostrane (fra queste Cinemaundici, fresca di Lido per Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, Lungta Film, reduce dalla sezione Orizzonti di Venezia con Un giorno all’improvviso, opera prima del consigliere nazionale UCCA Ciro D’Emilio, ma anche Medusa, Sky, Rai Cinema, Lucky Red, Colorado Film, Lotus Production, Fandango, Cattleya, Notorious, BibiFilm, Grøenlandia Group e tante altre).
Venti tavoli per venti autori e venti produttori. Cinque minuti di tempo per esporre un soggetto, allo scoccare dei quali ogni finalista si succedeva a turno in una nuova postazione, dove ad attenderlo vi era un nuovo interlocutore, una nuova produzione, una nuova linea editoriale, nonché una nuova occasione. Un’occasione tanto per conoscersi quanto per riconoscersi: è possibile mettere alla prova se stessi e le proprie idee, misurandosi con chi il cinema lo fa? Con quale approccio è più compatibile il proprio modo di esprimersi? Come valorizzare ancora di più i punti di forza di un progetto e, per finire, fino a dove può arrivare quest’ultimo? Interrogativi che trovano come unica indispensabile risposta quest’intrigante ‘caos’ creativo.
All’ombra della triste débâcle della distribuzione italiana, che nel 2017 ha assistito ad un inesorabile calo degli incassi, il Pitch in the Day si propone come importante baluardo di rinnovamento. Se le scorse annate hanno visto ex finalisti arrivare a siglare il loro primo contratto di sviluppo, consolidare rapporti dagli imminenti risvolti o prendere parte a programmi di prestigio (da annoverare il caso di Lorenzo Lodovichi, che dopo il premio riscosso nel 2016 si è reso tra i protagonisti del penultimo Biennale College – Cinema, riservato a registi e produttori), ciò che seguirà a quest’ultima folgorante edizione è tutto da scoprire. È quindi oltremodo legittimo considerare quel che il Pitch ha da offrire non soltanto agli autori, ma soprattutto a quelle industrie, tra loro ben differenziate, attive anche nel mercato theatrical.
Tutto ciò a fronte dell’interessante varietà dei soggetti presentati anche quest’anno. Un suggestivo panel di talenti e nuove storie a cui, come da consuetudine, non potevano mancare dei riconoscimenti: in occasione della serata conclusiva del Roma Creative Contest, lo scorso sabato la giuria Opere Prime, presieduta dai componenti dell’omonimo magazine, promotore del Pitch in the Day, col supporto di una giuria collaterale di professionisti nel settore, ha infatti assegnato il Premio al Miglior Soggetto Finalista a David Angelelli per Una maglietta rossa. Una storia incentrata sulle peripezie di Fathi, tredicenne curdo-siriano, costretto ad affrontare uno straziante viaggio per terra e mare: dal Libano, passando per la Libia, per superare infine il Mediterraneo. Un pellegrinaggio crudo e disperato che è tutt’oggi riflesso di molte altre storie.
Se lo spirito del Pitch in the Day suggerisce un diretto coinvolgimento delle produzioni chiamate in causa, non poteva esimersi da encomi chi più degli altri è riuscito farsi valere: è il caso di Ekaterina Volkova e Michela Straniero, entrambe diplomate al Centro Sperimentale di Roma, che col loro road movie Have you seen me? hanno ottenuto ben dieci voti su venti dai produttori presenti allo speed-date. Un autentico primato nella giovane storia del concorso che non poteva assolutamente passare in sordina. È quindi spettata loro una Menzione Speciale che, data la sua motivazione, potrebbe serbare altre sorprese alle due giovani autrici…
Pitch che vieni, Pitch che vai. Si è chiuso così un nuovo capitolo di un’impresa che di anno in anno conferma la propria unicità.
Un’impresa che, è bene e doveroso precisare, è frutto di tanti sostegni e collaborazioni: dall’Unione Circoli Cinematografici Arci, passando per la Regione Lazio e il Comune di Roma, per arrivare ai technical e media partner, tra cui Radio Base, che ha interamente monitorato l’iniziativa grazie alla rubrica Francamente me ne infischio, curata dai redattori di Opere Prime in persona.
L’appuntamento è come sempre al prossimo anno, sull’onda di un cinema emergente da conoscere, valorizzare e promuovere. Prassi di cui il Pitch in the Day è ormai fiero portavoce.