Si è svolta a Firenze la prima Summer School dell’Arci per giovani dirigenti e donne dei comitati territoriali. Tre giorni per ragionare di disuguaglianze, con interventi di numerosi docenti e riflessioni.
Un’occasione anche per conoscersi, fare rete, arricchirsi delle diverse esperienze territoriali. Saper essere Arci in un mondo diseguale è stato questo e molto di più. In primo luogo è stato per l’associazione un investimento sulla formazione e sul futuro dei giovani e delle donne, perché sono ancora le categorie meno presenti nei gruppi dirigenti anche dell’Arci. Investire sul futuro dell’associazione significa dunque favorire le condizioni per una più equa distribuzione delle responsabilità associative. Accanto a ciò il pensiero generato da questa iniziativa ci aiuta a costruire una posizione politica condivisa, frutto di competenze e di profonda riflessione. Il tema delle disuguaglianze è oggi centrale nel mondo, basti vedere il dibattito politico italiano come quello statunitense.
Le disuguaglianze si esprimono in forme diverse e complesse; la questione di come ridurle e combatterle, tramite i nuovi strumenti, è senza dubbio appassionante e centrale per la sinistra. Un patrimonio di pensiero che non va disperso, ne introiettato solo a livello personale, ma condiviso nei vari livelli dell’associazione. I diversi laboratori e momenti di lavoro di gruppi hanno certamente aiutato questo processo di emersione e di attivismo dei partecipanti.
Vari i relatori intervenuti: Laura Linda Sabbadini (ISTAT), Andrea Morniroli e Patrizia Luongo (Forum Disuguaglianze Diversità), Francesca Forno (Università di Trento), Conny Reuter (Solidar), Massimo Adinolfi (Università Federico II di Napoli), Paola Dubini (Università Bocconi), Antonio Fanelli (Università di Firenze), Roberta Franceschinelli (Unipolis),Christian Raimo (giornalista), Laura Caruso (CasremArcheologica), Federico Borreani e Francesca Lambertini (BAM).Una diversità di contesti, competenze, studi che ci hanno aiutato a cogliere la questione disuguaglianze con un approccio interdisciplinare.
Dobbiamo ringraziarli della loro disponibilità, preparazione e passione, come dobbiamo ringraziare la Fondazione Unipolis che oltre ad aver sostenuto la Summer School ha collaborato attivamente alla stesura del programma. Un segnale che ci racconta come Arci sia un contesto visto con attenzione anche dall’esterno, un unicum nel panorama associativo nazionale per storia, radicamento sociale e territoriale.
La ‘nostra’ Summer School non riguarda solo noi, perché costruisce parte degli strumenti su cui poi operiamo nel mondo. Quello che realizziamo è fortemente legato a ciò che siamo e a come vediamo il mondo. Speriamo insieme di aver indossato per qualche ora qualche lente diversa ed aver messo meglio a fuoco le nostre, per vedere più nitidamente il mondo che ci circonda e provare, come sempre, a cambiarlo.