Associazioni – tra cui Arci nazionale, Arci Roma e Arci solidarietà onlus – e intellettuali hanno inviato una lettera alla sindaca di Roma chiedendo la sospensione immediata delle azioni disposte dal Comune all’interno dell’insediamento Camping River. Ne pubblichiamo stralci.
Gentile sindaca,
nel maggio 2017 la Giunta Capitolina ha adottato il ‘Piano di Indirizzo di Roma Capitale per l’inclusione delle Popolazioni Rom, Sinti e Caminanti’ con il quale si autorizzano gli interventi previsti da attuarsi, in via sperimentale, negli insediamenti di La Barbuta e Monachina.
Il 28 giugno 2017, la Giunta ha deliberato la modifica del ‘Piano di indirizzo di Roma Capitale per l’inclusione delle Popolazioni Rom, Sinti e Camminanti’ estendendo le misure sperimentali anche ai rom presenti nel ‘villaggio attrezzato’ Camping River. Il Camping River è diventato quindi il primo insediamento nel quale attuare le misure previste dal Piano rom.
Censito come ‘villaggio attrezzato’ il Camping River è stato destinato dal 2005 all’accoglienza di famiglie rom originarie principalmente della Bosnia-Erzegovina e della Romania attraverso una convenzione stipulata con l’ente gestore. All’inizio del 2017 il Comune di Roma ha registrato la presenza di 420 persone. Da circa un anno l’Ufficio Speciale rom, sinti e camminanti del Comune ha intrapreso un percorso volto esclusivamente a condurre le famiglie verso il raggiungimento di un’autonomia alloggiativa senza operare, a differenza di quanto previsto dal ‘Piano Rom’, alcun intervento su lavoro, salute ed educazione, interventi connessi con il tema dell’abitare.
Questo percorso ha avuto risultati fallimentari per diversi fattori tra cui: la mancanza di una comunicazione chiara, l’assenza di fiducia tra interlocutori istituzionali e nuclei familiari, l’impossibilità dei nuclei famigliari coinvolti – in stato di indigenza e senza regolare occupazione – a reperire sul mercato privato soluzioni abitative. A ciò va aggiunta la difficoltà dovuta alla diffidenza dei locatari di affittare a persone provenienti dal ‘campo rom’.
Con missiva del 15 maggio 2018, notificata ad ogni famiglia dell’insediamento Camping River, il Comune ha diffidato «a lasciare immediatamente libero da persone e cose il modulo abitativo occupato, unitamente al suo nucleo familiare, inderogabilmente entro la data ultima del 15 giugno 2018».
La mattina del 21 giugno un ingente schieramento di forze dell’ordine ha fatto il suo ingresso in Camping River procedendo al sequestro e alla distruzione interna di 10 moduli abitativi, costringendo così le famiglie residenti in tali container ad alloggiare all’aperto. Il giorno successivo la Polizia Municipale ha proceduto alla distruzione di altri 8 moduli abitativi. Nel corso dell’operazione non è stato consentito l’ingresso ad osservatori ed attivisti per i diritti umani. Il 21 giugno, Luigi Manconi, direttore dell’Unar, ha criticato le modalità dell’intervento e la mancanza di altrenative offerte.
Alla luce di quanto sopra, Le chiediamo in via urgente di:
– disporre l’immediata sospensione delle azioni previste nell’insediamento Camping River;
– adottare le azioni più opportune volte alla verifica delle responsabilità della distruzione di beni di proprietà di Roma Capitale e della messa in stato di estrema vulnerabilità dei nuclei familiari dimoranti in tali moduli;
– adoperare una profonda revisione del ‘Piano di Indirizzo di Roma Capitale per l’inclusione delle Popolazioni Rom, Sinti e Caminanti’.