Stop al reddito di cittadinanza
Con il messaggio via SMS dell’INPS che ha raggiunto le prime 169.000 famiglie che non beneficeranno più del reddito di cittadinanza si apre concretamente la guerra ai poveri del governo Meloni.
I 169 mila nuclei familiari corrispondono a circa 250 mila persone totali mentre dal primo gennaio perderanno il Reddito di Cittadinanza altre 350 mila persone: in totale 600 mila poveri non avranno più un sussidio.
Mentre i prezzi tornano a crescere, mentre tagliano a destra e a manca investimenti per l’inclusione sociale e per contrastare la povertà, mentre i servizi pubblici come la sanità sono allo stremo, le destre fanno finta che magicamente troveranno prima o poi lavoro tutte le persone che finora non l’hanno trovato.
E stiamo ovviamente parlando di lavori con salari da fame. Ma anche sul salario minimo il governo non ci sente. Anzi, aumenta la precarietà del lavoro e fa regali ai grandi evasori.
Ieri il presidente dell’ANCI, Antonio De Caro, ha lanciato un grido d’allarme: come faranno i Comuni, con i vincoli di spesa che hanno e il taglio continuo ai servizi sociali, a prendersi carico delle centinaia di migliaia di famiglie che non avranno più un sostegno dignitoso?
Noi faremo la nostra parte collaborando con i servizi sociali del territorio, mettendo in campo iniziative e informando lɜ cittadinɜ di una situazione tragica che potrebbe riguardare tuttɜ.
Ma non sarà questo Terzo Settore a coprire buchi e disastri di questo Governo e di chi lo sostiene.
Per questo l’Arci aderisce e sostiene tutte le mobilitazioni di protesta che anche la campagna “Ci vuole un Reddito” sta organizzando nel Paese e saremo in piazza il 7 ottobre contro l’Autonomia Differenziata e a difesa dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione.