L’emendamento alla manovra che avrebbe dato il via libera alla commercializzazione della cannabis light è stato dichiarato inammissibile; la proposta del Movimento Cinque Stelle che prevedeva la possibilità di vendere la canapa industriale a patto che il contenuto di Thc non superasse lo 0,5%.
La Presidente Casellati, che ha respinto l’emendamento, dice che la sua è stata una scelta tecnica e che per introdurre questo tipo di modifiche serve un disegno di legge. In realtà un ddl c’è già, depositato da quasi un anno, la Presidente Casellati non ha mai calendarizzato il voto neanche su questa procedura. Indignato si è dichiarato il presidente della Cia Confederazione italiana agricoltori): «Il Parlamento porti chiarezza per un settore che negli ultimi anni ha visto un rilancio importante della produzione a partire dai giovani agricoltori. Oggi chi produce ha delle regole e chi trasforma non le ha. Sono a rischio numerosi posti di lavoro e investimenti».
Secondo Coldiretti si tratta di un settore con centinaia di aziende agricole che hanno investito nella cannabis. I terreni coltivati a canapa in Italia nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018, nelle campagne dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.