Il nuovo filone di indagini porta a Gelli e Ortolani
Sarebbe cinque milioni di dollari la somma di denaro data ai terroristi nell’ambito della nuova inchiesta sulla strage di Bologna.
La cifra complessiva emergerebbe dagli accertamenti che hanno analizzato documenti secondo cui i soldi sono indirettamente e a più riprese transitati, da febbraio 1979 e fino ai depistaggi successivi al 2 agosto 1980, da conti riconducibili a Licio Gelli e Umberto Ortolani, fino agli organizzatori e ai Nar, accusati in concorso con Paolo Bellini. Sono quattro gli avvisi di conclusione indagine notificati dalla Procura generale di Bologna.
Nell’esplosione che ha raso al suolo parte della stazione, sono morte 85 persone e oltre 200 sono rimasti ferite. Nello stesso provvedimento emergono anche i nomi dei mandanti che però sono tutti già deceduti, tra cui l’ex venerabile della P2 Licio Gelli.
Deve rispondere di concorso in strage Paolo Bellini, 63 anni, ex primula nera di Avanguardia Nazionale e informatore dei servizi. Per i magistrati bolognesi, avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, questi quattro tutti deceduti e ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori. A provarlo, in questo nuovo filone di indagine, il flusso di denaro ricostruito e nuovi video recuperati. Nel quarantesimo anno dalla strage siamo ancora alla ricostruzione di piste, sulle quali in diversi sollevano nuovi dubbi di depistaggio.