Il 19 luglio del 1992 Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta trovarono la morte per mano della mafia. A poche settimane di distanza dalla strage di Capaci nella quale furono assassinati Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo. In una delle sue ultime interviste Borsellino aveva descritto i caratteri nuovi che era andata assumendo Cosa Nostra: quella di una vera e propria impresa, che a Sud, quanto a Nord aveva bisogno di reinvestire gli enormi capitali che le provenivano dal commercio della droga e da altre attività malavitose. Da qui la necessità di essere inserita nei circuiti del capitale finanziario e di ricercare un rapporto con le istituzioni, che spesso sconfinava nella corruzione dei suoi rappresentanti. La mancata nomina di Giovanni Falcone a capo del pool antimafia venne vista da Borsellino come il segnale esplicito di un indebolimento fatale nella lotta dello stato contro la mafia.
Da allora sono passati 26 anni ma la verità su queste stragi di mafia e le eventuali responsabilità di organi dello stato non sono mai stati chiariti. Fiammetta Borsellino, la figlia minore del magistrato, e Rita Borsellino la sorella continuano a battersi perché verità e giustizia vengano chiarite e fatte fino in fondo. Ma si trovano davanti un muro di gomma, fatto di numerosi depistaggi che hanno condotto le indagini su binari morti. La risposta a questa ricerca di verità, che è dovuta non solo ai famigliari del magistrato, ma a tutte le cittadine e i cittadini italiani, è simboleggiata in modo evidente e terribile dalla assenza, in particolare dei senatori della Lega, alla commemorazione fatta in Senato da parte della Presidente Casellati. Le fotografie di un Senato deserto nei banchi della Lega, chiariscono in modo inequivocabile che quella ricerca di verità e giustizia non verranno perseguite dall’attuale governo. Ma non per questo chi, come i familiari, come l’Arci e tanti cittadini, si sono battuti contro le mafie di ogni tipo smetteranno di chiedere verità e giustizia, e lo vogliamo ribadire proprio oggi nell’anniversario dell’attentato a Paolo Borsellino.