Un milione di firme in 12 mesi in almeno 7 paesi membri. L’iniziativa dei cittadini europei (ICE) è un importante strumento di democrazia partecipativa all’interno dell’Unione Europea con cui si invita la Commissione a presentare un atto legislativo in materie di competenze Ue.
La proposta ICE We are a welcoming Europe. Let us help è stata registrata presso la Commissione europea a dicembre 2017 ed è stata approvata il 14 febbraio 2018. Le sottoscrizioni utili dovranno quindi essere raccolte entro febbraio 2019. Attualmente sono state raccolte circa 75.000 firme, si entra quindi nella fase più intensa della campagna, in cui ogni sforzo è necessario per ottenere il risultato finale. Il primo passo per l’avvio dell’ICE è stata dunque la costituzione di un comitato organizzativo, chiamato ‘comitato dei cittadini’, composto da almeno sette persone residenti in almeno sette Stati membri diversi. Prima di poter iniziare a raccogliere le dichiarazioni di sostegno dei cittadini, il comitato deve richiedere alla Commissione la registrazione dell’iniziativa. A tale scopo occorre presentare un documento indicante il titolo, la materia e una breve descrizione dell’iniziativa, con definizione della base giuridica proposta per il provvedimento normativo. Una volta registrata l’iniziativa, gli organizzatori possono dare inizio alla raccolta delle dichiarazioni di sostegno, che deve concludersi entro 12 mesi.
Le firme di sostegno possono essere raccolte in formato cartaceo o elettronico.
Un regolamento della Commissione stabilisce norme dettagliate in merito alle specifiche tecniche dei sistemi di raccolta on-line.
In Italia, oltre ai dati personali, è necessario indicare anche il numero di documento di riconoscimento (carta di identità o passaporto). Perché sia valida in un dato Stato membro, il numero dei firmatari in quello Stato non deve essere inferiore al numero dei deputati al Parlamento europeo eletti in tale paese moltiplicato per 750 (per l’Italia 54.750). Una volta completata la raccolta, entro tre mesi, l’autorità nazionale competente – in Italia, il Ministero dell’interno – verifica la validità delle sottoscrizioni.
Successivamente, entro tre mesi dalla presentazione alla Commissione:
– la Commissione incontra gli organizzatori per consentire loro di esporre in dettaglio le tematiche sollevate dall’iniziativa;
– gli organizzatori presentano l’Ice in un’audizione pubblica presso il Parlamento europeo;
– la Commissione adotta una risposta formale in cui illustra le eventuali azioni che intende proporre a seguito dell’ICE e le sue motivazioni per agire o meno in tale senso.
Nessuno dovrebbe essere perseguito o multato per aver offerto aiuto, assistenza o un rifugio a scopo umanitario. Il fine dei governi è ora quello di scoraggiare i volontari dal fornire aiuto umanitario e servizi di prima assistenza a coloro che hanno bisogno poiché credono che l’aiuto volontario possa costituire un fattore di attrazione per i flussi migratori.
Vogliamo che la Commissione fermi quei governi che stanno criminalizzando i volontari. I cittadini europei dovrebbero essere in grado di offrire aiuti umanitari e assistenza a tutte le persone bisognose, indipendentemente dal loro status, senza timore di sanzioni o azioni penali. Vogliamo che la Commissione Europea modifichi in questo senso l’attuale direttiva dell’UE sul favoreggiamento (2002/90 /CE).
#lumanitànonsiarresta: vogliamo vie sicure di ingresso complementari e addizionali ai programmi nazionali di resettlement e, in questo senso, la società civile può offrire un contributo rilevante. Le sponsorship private, inoltre, hanno un ruolo importante nel facilitare l’integrazione dei rifugiati appena arrivati nei territori grazie al sostegno e alla mobilitazione delle comunità, di gruppi religiosi, di organizzazioni non governative, di aziende private e di famiglie di rifugiati reinsediati.
Chiediamo alla Commissione Europea di modificare il Regolamento Ue 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio e attivare un nuovo programma di finanziamento nell’ambito del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) per sostenere i programmi di sponsorship privata della società civile affinché sempre più cittadini e associazioni possano essere #liberidiaccogliere.
Vogliamo proteggere tutte le persone, indipendentemente dalla loro condizione, e garantire giustizia alle vittime di sfruttamento lavorativo e di violazioni dei diritti umani.
Chiediamo protezione per tutte le persone, indipendentemente dal loro status e garanzie di accesso alla giustizia. Vogliamo introdurre in tutti gli Stati membri meccanismi che permettano alle vittime di presentare ricorsi e sporgere denunce in modo sicuro, dando piena attuazione a quanto previsto nella normativa UE (le direttive 2009/52/CE; 2012/29/UE; 2011/36/UE; 2004/81/CE del Consiglio/CE) e dalle legislazioni nazionali. Chiediamo tutele nel caso di violazioni dei diritti fondamentali alle frontiere compiute da parte della Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera, dei corpi militari impiegati nel controllo alle frontiere da parte dei singoli Stati membri e soprattutto delle forze dei paesi terzi sostenuti dall’UE o dai singoli Stati membri. Qualora non sia garantito un meccanismo adeguato di tutela, la Commissione Europea o il singolo Stato membro devono sospendere il supporto finanziario e tecnico fornito.
Chiediamo alla Commissione di mettere mano a una nuova legislazione per portare a compimento l’introduzione di canali di accesso per lavoro a livello europeo, colmare le lacune nel quadro giuridico dell’UE sulla migrazione legale e regolamentare i settori che riguardano i lavoratori non altamente qualificati.
Info: www.welcomingeurope.it
Per firmare: http://welcomingeurope.it/news/firma