La prima proposta prevede un ruolo attivo dei cittadini tramite la figura dello sponsorship, offrendo un sostegno a gruppi locali e associazioni che aiutano i rifugiati beneficiari di un visto d’ingresso. Questo punto si iscrive in una rivendicazione più generale di apertura di canali di accesso legali e sicuri al territorio europeo che, ad oggi, rimangono solo sulla carta dell’agenda europea a fronte di pratiche di sistematica chiusura delle frontiere.
Il secondo punto è una richiesta di posizionamento da parte della Commissione contro quegli Stati che criminalizzano la solidarietà. In tempi in cui si intentano procedimenti giudiziari contro le navi che salvano vite umane in mare e le guide alpine che sono accusate di favoreggiamento all’immigrazione clandestina perché aiutano donne incinte a valicare confini innevati, questa rivendicazione risulta quanto mai attuale. Il delitto di solidarietà che si espande a macchia d’olio tra gli Stati direttamente o non – come il caso dell’Ungheria – interessati dalle migrazioni, deve essere fermato e sistematicamente denunciato.
Il terzo punto mette al centro il sistema giudiziario, richiedendo alla Commissione di garantire procedure e norme più efficaci per difendere le vittime di sfruttamento sul lavoro e delle reti criminali così come chi è stato vittima di violazione dei diritti umani alle nostre frontiere. Questa iniziativa rappresenta oggi una proposta importante, che rimette al centro del dibattito politico europeo una visione aperta e solidale dell’immigrazione, assegnando un ruolo centrale ai cittadini nelle pratiche quotidiane dell’accoglienza.