Negli ultimi anni, insieme ai migranti, fra le onde è morto il Mediterraneo.
Non esiste più un progetto politico, una visione, un disegno mediterraneo.
La nuova politica europea di vicinato, che ha sostituito nella UE la strategia euro mediterranea, punta esclusivamente sulla sicurezza e sulla prevenzione dei flussi migratori, mentre prosegue l’imposizione UE di iniqui trattati di libero scambio ai paesi della sponda sud.
È vero, non c’è nulla di più irrealistico che fondare il futuro su un mare di problemi, conflitti e orrori.
Ma è impossibile farne a meno, per i paesi delle sue sponde. Quel mare dovrebbe essere il cuore di nuove società, nuove economie, nuovi saperi e nuove relazioni costruiti sulla libera circolazione e la pari dignità.
Non ci rassegniamo, noi europei mediterranei, al destino di periferia europea, di frontiera, di muro liquido, di avamposto armato. Vogliamo una Europa che riconosca pienamente la dignità politica, sociale e culturale della nostra regione condivisa fra tre continenti.
Ci impegniamo a proseguire e intensificare il lavoro con le società civili del Maghreb, del Mashrek e dell’Europa del Sud, la costruzione di alleanze per la difesa di diritti, democrazia, territorio, per la soluzione pacifica e giusta dei conflitti, contro qualsiasi forma di neo-colonialismo, per la libera circolazione delle persone, la presenza e l’impegno nelle reti associative, sociali e culturali mediterranee.