Il nostro statuto nazionale all’art. 3 recita: «l’Arci è quotidianamente impegnata nello sviluppo di forme di prevenzione e di lotta all’esclusione, al razzismo, alla xenofobia, all’intolleranza, al disagio, all’emancipazione, alla solitudine».
Queste, ed altre, sono le espressioni che assume oggi il fascismo: ciò nonostante nella struttura organizzativa che la nostra associazione si è data per raccordare l’indirizzo politico con l’agire nel territorio nazionale, le tematiche inerenti l’antifascismo sono di competenza della commissione ‘memoria’. Ciò testimonia il rischio che la pratica antifascista si riduca al rituale della memoria antifascista.
Chiediamo quindi al Congresso di trasmettere al CN l’esigenza di impegnarsi per la costituzione di una commissione permanente denominata ‘Antifascismo, memoria e azione’ che, oltre a promuovere la memoria attiva antifascista, promuova azioni in linea con l’art.3 dello Statuto, sviluppando inoltre occasioni di incontro, iniziative e campagne di aggiornamento e di confronto con le diverse forme di antifascismo a livello Europeo.
‘I BENI CULTURALI, L’OCCUPAZIONE GIOVANILE, IL RUOLO DEL TERZO SETTORE’
Premesso che:
- nel nostro Paese i beni artistici e culturali hanno necessità di importanti e significativi interventi di valorizzazione, recupero, ristrutturazione per poter aprire ad un pubblico che oggi sempre più dimostra forte interesse ed attenzione in tale ambito; interesse che darebbe vita ad un’economia rilevante per i nostri territori;
- nel nostro Paese è ormai urgente affrontare una politica di sviluppo rispetto alla possibilità di creare nuovi e qualificati ambiti professionali per i giovani e che l’ambito della valorizzazione dei beni artistici e culturali possa essere una grande opportunità in tal senso;
- che la nostra associazione è forte dell’esperienza di decenni sul fronte delle politiche culturali e delle politiche progettuali in ambito giovanile;
- con grande ritardo è stato avviato a livello parlamentare l’iter per la ratifica della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (meglio nota come Convenzione di Faro), che promuove il superamento della visione del patrimonio culturale, materiale o immateriale, come un bene che necessita di essere protetto soltanto per il suo valore intrinseco o scientifico, per promuovere la concezione di un patrimonio il cui valore è misurato anche attraverso l’efficacia del suo contributo allo sviluppo umano e al miglioramento della qualità della vita.
Impegna
La nuova dirigenza Arci a sollecitare il Governo:
– ad una rapida ratifica della Convenzione Faro nonché alla sua applicazione anche di concerto con le organizzazioni di Terzo Settore, con particolare attenzione al ruolo dei cittadini nel processo di identificazione del patrimonio culturale e alle cosiddette ‘comunità patrimoniali’ e al loro ruolo nel quadro dell’azione pubblica.
– alla creazione di un piano nazionale di interventi sul patrimonio che veda al suo interno lo specifico intento di creare nuovi ambiti professionali per i giovani.